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Parla il Sindaco Andrea Franceschi

Luca Dell'Osta - Giacomo Pompanin

01/09/2009

 

Man kann mit Politik keine Kultur machen, aber vielleicht mit Kultur Politik - L'uomo non può fare cultura con la politica, ma forse, con la cultura, politica.

Si leggeva così sul muro di Berlino, prima che venisse abbattuto quasi venti anni fa. Riportiamo questa frase perché ci sembra che dia, con ragionevole coerenza, un senso allo spazio che da questo mese troverà posto tra le pagine del giornale. Voci di Cortina è, per vocazione, un mensile anche di cultura, soprattutto di quella cultura, fatta di piccoli interventi e brevi considerazioni, che, anche con difficoltà, dovrebbe farsi spazio e trovare un naturale sbocco nel dibattito quotidiano.

La rubrica vuole essere proprio questo: un'occasione di crescita collettiva, di confronto, di spirito propositivo. Il nostro augurio è che tutti, leggendo queste righe, possano ricavare da esse spunti di interiorizzazione e di riflessione personale.

Brevi pillole, senza nessuna pretesa di completezza o di esaustività: solamente se faranno discutere avranno raggiunto il loro scopo.

Il «primo» intervento lo abbiamo chiesto al «primo» cittadino Andrea Franceschi: ecco le sue riflessioni.

Cominciamo parlando di denaro e mettiamo fine a un dubbio:

quanti sono effettivamente i soldi che - a bilancio - sono destinati alla cultura?

Quando si parla di cultura la cifra esatta è sempre un po' difficile da stabilire, perché effettivamente ci sono molti aspetti che non rientrano nel bilancio (vedi la GIS, per esempio). Comunque, volendo parlare di cifre, è tutto in linea con gli anni passati.

130 mila euro è la somma, a cui vanno aggiunti altri 70 mila già preventivati per le due mostre di quest'estate (Gellner e Casa Savoia).

Si discuteva sull'assunzione di una figura che curasse gli eventi culturali a Cortina… C'entra forse il patto di stabilità?

Allora, facciamo un po' di chiarezza: ovviamente tutte le spese rientrano nel patto di stabilità, non solo quelle della cultura.

Uno potrebbe togliere allo sport e mettere alla cultura, e per il patto di stabilità è indifferente. È il totale aggregato che diventa voce significativa. Viene considerato invece il costo totale del personale.

Noi abbiamo avuto un periodo in cui avevamo bisogno di più personale, ma eravamo impossibilitati ad assumerne. Detto ciò, una figura di questo tipo, professionale, dovrebbe essere collocata all'esterno dell'amministrazione, perché comunque se parliamo di eventi che comportano investimenti importanti e che hanno la capacità di portare anche turisti aggiuntivi a Cortina, è evidente che ci vuole qualcuno a tempo pieno. È difficile inquadrare una personalità di questo tipo all'interno dell'amministrazione.

Quindi io la vedrei meglio per esempio a Cortina Turismo, anche perché questi eventi hanno finalità turistiche e comunicazionali.

C'è un progetto per creare spazi appositamente dedicati ai musei o si continueranno ad usare sempre Comun Vecio, Ciasa de ra Regoles e Alexander Hall?

L'idea nostra è quella di creare spazi di esposizione anche museale in zona stazione, quando riusciremo a far partire quell'operazione immobiliare. Vorremmo creare un polo culturale per molte attività, collocandovi anche la biblioteca come l'abbiamo sempre immaginata, ossia uno spazio per incontri, dibattiti, convegni ecc.

Poi ci sarebbero spazi per esposizioni più o meno grandi.

Cultura a Cortina… si può migliorare?

Come sempre si può fare di più: questo vale per la cultura, ma anche per tutto il resto. Credo che in questi due anni comunque qualche segnale importante noi l'abbiamo dato. Evidenzio tre aspetti: il «Fuori stagione fuori di casa» in collaborazione con San Vito e Borca, per riuscire ad avere un interscambio e una sinergia su più fronti, e questo è già un ottimo risultato. Poi siamo riusciti a coinvolgere e a sostenere le associazioni locali - vedi Cortina Incanta, Cortina Incroda, l'astronomia…

- valorizzando risorse e patrimonio locale che sono stati apprezzati anche dalla gente di fuori. Poi, le nostre mostre hanno avuto un'onda mediatica importante: la rassegna stampa è molto positiva, visto che Cortina di solito finisce sui giornali più per questioni sportive che culturali.

Poi certo, ci sono sempre margini di miglioramento, ma siamo già a un buon livello.

Cortina si è venduta male in questi anni?

Credo di sì… A volte non ci rendiamo conto della ricchezza delle proposte che potremmo dare.

Abbiamo talmente tante cose che facciamo fatica a valorizzarle.

Nel mondo paghi cinque euro per una cascata, e poi magari a Fanes ne hai una cento volte più bella! Dovremmo essere più bravi a vendere Cortina. A livello di immagine, naturalmente, non economico!

La cultura può rappresentare un volano per il turismo a Cortina, o rimarrà sempre un'attività di nicchia?

Io credo che questa sia una domanda chiave. Sicuramente è più facile portare turisti con gli eventi sportivi. Con la cultura, ci sono due strade: o si creano i festival, che poi forse è la chiave giusta, oppure si fanno mostre. Già con le mostre è più difficile perché si rischia il mordi e fuggi in giornata: per il turismo di Cortina è meglio concentrarsi su chi si ferma magari una settimana. Certo con la cultura non è facile, anche perché le offerte sono tante, e chi si è mosso dieci o quindici anni fa è riuscito a creare dei festival che oggi sono forti e richiamano molte persone. Qui, partendo da zero, non è così semplice, ma  credo ci siano eventi che possano catalizzare turisti e portare persone a Cortina specificatamente per i contenuti offerti.

Quale potrebbe essere il metodo perché gli organizzatori di eventi si avvicinino alla gente di Cortina? C'è distanza tra la popolazione e le loro attività… Dovrebbero essere più sentite dalla gente.

Mah, io credo che ci sia una questione di fondo che bisogna considerare. A Cortina durante l'anno ci sono tante e tante cose, e questo fa sì che ci sia anche un po' di dispersione: se avessimo un solo evento, tutti ci stringeremmo attorno a quello. Molte manifestazioni poi avvengono in alta stagione, quando la gente di Cortina è impegnata nei propri lavori - e poi c'è chi non ha voglia o chi non ha tempo.

Però lo ripeto, è difficile anche perché non siamo tanti… Non ci si può neanche aspettare di avere le truppe armate che seguono tutte le manifestazioni con convinzione.

Detto questo, consiglio comunque a chi organizza eventi di sforzarsi di coinvolgere i cittadini e le associazioni, che qui sono moltissime.

E l'ipotesi di diluire gli eventi nel tempo?

È dall'inizio che tento di battere su questo tasto, ma capisco che non è facile. Mi piacerebbe togliere qualcosa dalla quantità soffocante di eventi di agosto per poter garantire un minimo di attività anche al turista di luglio. Io vedo fra dieci anni, se posso fare un ragionamento di questo tipo, una Cortina che punta sull'estate e sull'autunno.

Mi piacerebbe che chi viene qua la prima settimana di ottobre giocasse a golf, trovasse il concerto di musica, potesse andare al centro benessere, vedere una mostra di livello e seguire un dibattito di un certo spessore. Tutti questi motivi insieme possono generare la voglia di venire a Cortina mentre, presi singolarmente, sono un po' monchi.

Ma credo ci si possa arrivare, magari per gradi.