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Progetto "La Povetà a casa nostra"

Morena Arnoldo

01/03/2013
Si fa presto a dire "aiutati che il ciel t'aiuta".
Quando non si ha denaro sufficiente per pagare le bollette, solo un aiuto concreto può ridare speranza. Per questo motivo il sostegno di privati cittadini, enti privati e pubblici è indispensabile per venire incontro a situazioni d'indigenza. Tanto più in un periodo difficile come quello in cui stiamo vivendo.
Nel numero di Dicembre di "Voci di Cortina" abbiamo descritto il progetto portato avanti dall'associazione "Insieme si può" in collaborazione con la Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina, unite per venire incontro alle famiglie in difficoltà economica.

Grazie all'azione condivisa, nel corso del 2012 sono stati raccolti e donati in totale 90.000 euro, di cui 20.000 stanziati dalla Banca. Questa è una cifra che la dice lunga sulla povertà del nostro territorio. Basti pensare che quattro anni fa i fondi stanziati dall'Associazione per lo stesso fine non superavano i 10.000 euro. Tuttavia mette in evidenza anche la generosità della gente. Il sig. Francesco De Bon, responsabile del progetto, spiega così l'ottimo risultato: «È un problema vicino a noi, al nostro sentire e vedere. Spesso in questi casi emerge l'altruismo della gente, soprattutto nel momento in cui ci si riconosce nella stessa situazione, quantomeno potenzialmente.

In questo senso è significativo un episodio recente. Una donna, da poco licenziata e per di più con un marito disabile, non ha pensato di chiedere un aiuto, ma a dare, quel poco che ha potuto, alle persone che si trovano nella stessa sua condizione - perché - ha spiegato - so quel che vuol dire sentirsi disperati».

Con i 90.000 euro sono state esaudite 511 richieste di sostegno del bellunese. Questo significa 511 erogazioni, cioè aiuti rivolti a nuclei familiari.
Secondo l'esperienza di Francesco De Bon, «l'aiuto fa da volano per altro aiuto
». Che questo sia vero lo dimostra l'intervento della Cassa Rurale, che ha deciso di sostenere "Insieme si può" anche per il 2013, stanziando immediatamente un contributo iniziale di 10.000 euro.
Ci auspichiamo che l'esempio virtuoso della Cassa e di tutte le persone che hanno donato nel 2012, faccia quindi da "volano" e che sia seguito da molti per un intervento efficace di sostegno alle povertà di casa nostra.

Il "fondo carità " della Parrocchia
Dal 30 settembre 2012 don Fabiano del Favero è entrato come cappellano a fare parte della comunità ecclesiale di Cortina. Gli abbiamo chiesto una prima impressione sulla percezione che hanno le persone di Cortina nei confronti del difficile periodo che stiamo vivendo:
«Sono qui da troppo poco tempo per potermi pronunciare su un tema tanto delicato quanto emergente e necessario. Ascoltando alcune realtà, ho la sensazione che le cose si stiano facendo un po' complicate, alimentando disagi e comprensibili preoccupazioni. Per quel che concerne la parrocchia, come in qualsiasi altra parrocchia della nostra diocesi, c'è una sorta di "fondo carità", che ogni comunità è chiamata ad alimentare a seconda delle scelte attuate in loco, al fine di poter così intervenire con una certa tempestività in caso di necessità (normalmente, le richieste nelle comunità del bellunese vertono riguardo a bollette, affitti, alimenti per l'infanzia o cose del genere). I criteri di valutazione spettano al parroco, che si confronta poi con chi magari conosce direttamente la situazione o con i propri collaboratori per valutare come intervenire. Riguardo alla generosità … La nostra gente lo è, qui come altrove, con una radicata sensibilità e, quel che è importante, anche con una fiducia non indifferente verso la realtà ecclesiale: la gente manifesta in molti modi ancora una certa fiducia nella Chiesa e nelle sue attività di attenzione e promozione umana.
Questo è senza dubbio positivo».

Il "fondo carità " della Parrocchia
Il denaro raccolto e poi donato dall'Associazione Insieme si può non viene di norma dato contante brevi manu al richiedente, ma si effettuano direttamente ai creditori i pagamenti degli scoperti sulla base del documento di debito (bollette luce e gas, acqua, rifiuti, spese scolastiche, mediche e alimentari, arretrati, fatture, canone d'affitto e altro).
La Commissione in base ad un regolamento interno per l'accesso al Fondo, valuta singolarmente ogni caso sulla base di precisi requisiti, in modo tale da garantire l'accesso prioritario alle persone/ famiglie con maggiori difficoltà.

Prima condizione per poter accedere al progetto è che la persona/famiglia si sia rivolta o si rivolga ai servizi sociali del Comune di residenza e che gli stessi si siano espressi sul loro intervento.
Chiunque può partecipare al progetto, versando il proprio contributo sul conto corrente della Cassa Rurale (IBAN: IT23A 08511 61240 0000 0002 3078), intestato a "Insieme si può", con la causale
"Progetto povertà a casa nostra".
Come e a chi viene dato il sostegno economico