LA RINASCITA DI CORTINA E' POSSIBILE
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

LA RINASCITA DI CORTINA E' POSSIBILE

Ennio Rossignoli

20/09/2016

Cortina asburgica, Cortina fascista, Cortina ospedaliera, olimpica e vipaiola: una storia dentro la Storia, ossia le metamorfosi di una creatura rimasta in realtà sempre uguale a se stessa, dolcemente adagiata in una conca molto speciale e abitata da una gente che la consuetudine della roccia ha segnato con il marchio di una concretezza rivolta all'essenziale.

Su di lei sono passati i fasti del grande sport, della cultura, della mondanità a tante stelle: erano gli anni festosi di una Italia in vacanza anche quando non lo era, e lei si era trasformata in un set di facezie natalizie e varie banalità, ma anche luogo prediletto dagli artisti, dagli intellettuali e dai politici d'annata.

Lo scrittore Lawrence Durrell diceva che con una donna si possono fare tre cose: amarla, soffrire per lei o farne letteratura. Al posto della donna mettiamoci Cortina e quelle parole sembreranno proprio scritte per la signora d'Ampezzo. Infatti amarla è inevitabile per chiunque ne abbia anche solo sfiorata la bellezza di luogo che la montagna chiude in un abbraccio forte e affettuoso; ma nemmeno si può evitare di dolersi delle traversie che ultimamente ne hanno offuscato la storica immagine di paradiso dolomitico.

Traversie dovute in parte alle tempeste che scuotono il mondo, in parte a certe locali disavventure che hanno segnato specialmente la sua vita amministrativa (ma non solo quella), per non parlare delle endemiche difficoltà a saldare le intenzioni su di una linea operativa comune, mentre è facile capire che non può esserci ripresa né vero sviluppo senza una fondamentale convergenza di idee e di programmi per attuarle.

Quanto alla letteratura, su Cortina si è scritto molto, anche se preferibilmente nelle cronache: vi si sono ambientate storie d'amore e d'avventura, e gli scrittori ne hanno sempre fatto un loro “posto delle fragole”, magari di un Bergman molto meno imbronciato. E' stata il set di un cinema non proprio memorabile tuttavia confermando una sua speciale e felice capacità di farsi raccontare e rappresentare.

Negli ultimi tempi, quasi per esorcizzare la crisi, ha moltiplicato e particolarmente diversificato la sua offerta culturale e più propriamente mondana, con qualche effetto di ritorno in termini di approvazione. Il Corso è sembrato in qualche  caso di nuovo simile a quello delle stagioni d'oro, sempre ricordate e sempre rimpiante, occupato da una folla almeno apparentemente tornata all'antico piacere di esserci. Sarà stato lo splendore di certe giornate premiate dal sole, sarà stata la prudenza indotta dalle minacce internazionali, certo è che Cortina è sembrata talvolta indossare di nuovo l'abito della protagonista  di una gioia di vivere che la crisi  aveva in  parte soffocato.

Naturalmente, una volta spente le luci della festa stagionale, la realtà presenta fatalmente il conto delle necessità alla quali dover rispondere: è così arrivato il momento delle decisioni e degli interventi che, anche quando siano sostenuti da qualche recupero di fiducia, non possono eludere quelli che restano i problemi di fondo della comunità. Che sono tanti e che la candidatura mondiale sta portando in primo piano con preoccupante evidenza: problemi di strutture e infrastrutture, di circolazione e di organizzazione, di risorse adeguate e di tempi per riuscire a servirsene come si conviene.

E' persino superfluo sottolineare come  la loro soluzione avrebbe una ricaduta positiva sulla realtà economica dell'intero comprensorio ampezzano e cadorino: è perciò arrivato il momento  di verificare la fondatezza di certi entusiasmi, ovvero la consistenza  e la realizzabilità  dei progetti costruiti su di loro.

Perché come ha scritto una volta James Balfour, primo ministro d'Inghilterra,: “Considerato che l'entusiasmo muove il mondo, è un vero peccato che siano così pochi gli entusiasti di cui ci si può fidare che dicano la verità”